Dopo tantissimo sbattimento a trovare la distro con il desktop environment più adatto a me e dopo aver colpevolmente ignorato Mint + Cinnamon per anni, per chissà quale oscuro motivo, finalmente a giugno 2023 ho voluto fare il tentativo. E l’unica domanda che mi viene da farmi è: perchè diavolo non l’ho fatto prima?

Mint è sicuramente molto pulita e semplice, sembra un Ubuntu più curato. Quindi non c’è molto da dire su questo. Ma Cinnamon, ragazzi, è il desktop enviroment che ho sempre desiderato. Ripenso con rabbia ad anni di distro hopping tra Gnome, KDE, XFCE e altri minori, ogni volta con uno o due punti deboli che mi rendevano l’esperienza complessiva un trauma. Ognuno di quelli che ho citato funzionava generalmente bene, ma aveva sempre un qualche difetto abbastanza grande da farmi passare la voglia di usarlo dopo poche settimane. Primo tra tutti il fractional scaling, sì perchè a quanto pare nessuno sviluppatore di ambienti grafici Linux utilizza schermi 4K. Altrimenti non si spiega.

Per fortuna c’è Cinnamon a risolvere tutto. Per la prima volta non ho il benchè minimo di ridimensionamento UI e mi viene da piangere dalla commozione. Persino le applicazioni più ‘apocrife’, che usano cioè kit grafici non esattamente conformi allo standard imposto dall’ambiente stesso, si vedono bene. Un esempio? Provate a far girare Filezilla su KDE, Gnome o XFCE dopo aver abilitato una qualunque forma di ridimensionamento dovuto al vostro schermo 4K (cosa necessaria se non volete usare il computer col binocolo). Provateci e poi mi dite. Su Cinnamon per la prima volta si vede tutto perfettamente, che bellezza!

Ma siccome mi piacciono gli elenchi, ecco i motivi per cui Cinnamon è nettamente superiore a tutti gli altri:

  • Non tenta di reinventare la ruota lì dove non è necessario. Se un design pattern funziona da anni, perchè diavolo cambiarlo? E Cinnamon questo, a differenza dei concorrenti, lo ha capito bene.
  • Le “applet” nella taskbar funzionano benissimo e sono pixel-perfect.
  • C’è grande consistenza di UI in tutte le applicazioni, sia quelle che vengono con la distro, che le altre (Emacs ad esempio, oltre al già citato Filezilla, ha i menu perfettamente allineati).
  • É tutto molto stabile e reattivo. Sembra tutto studiato a perfezione e realizzato da persone che usano quel sistema realmente. Non da sviluppatori che si improvvisano designer.
  • É tutto super-intuitivo. Non c’è da studiare o reimparare nulla, viene tutto in automatico.
  • Il menu di configurazione non è una accozzaglia di items o applets. Tutto è dove dovrebbe essere, senza voli pindarici azzardati.
  • Schemi di colori di default assolutamente apprezzabili. Anche qui niente partenze per la tangente fatte per distinguersi.
  • Terminale semplice, pulito, leggibile già di default.
  • Nemo, il file manager, è semplice ma potente allo stesso tempo. Qui stenderei un velo pietoso sul file manager di Gnome, che è meglio.
  • Tutto scattante, niente glitch neanche durante il cambio di workspace con mille finestre aperte. Ma come hanno fatto?! Con questo bordello di configurazioni di driver nvidia poi. Complimenti davvero.

Insomma ragazzi, io devo chiedere scusa al team di sviluppo di Cinnamon per averli ignorati tutto questo tempo. Ripeto, non l’ho fatto per nessun motivo che io riesca a identificare adesso. Forse il marketing ha funzionato egregiamente sul mio cervello, al punto da farmi considerare qualunque DE diverso da Gnome, KDE e XFCE qualcosa di serie B. Mi sbagliavo di grosso. I team di sviluppo di questi tre sistemi sembra sempre più una accozzaglia di sviluppatori scappati di casa presi a caso, gente senza esperienza o voglia di lavorare seriamente.

Lunga vita a Cinnamon!