Due giorni fa sono passato ad Arch Linux.

Non è la prima volta, intendiamoci! Ho provato questa distro in diverse fasi della mia vita e non ho mai avuto grossi problemi a seguire gli step per una buona installazione. Questa volta però il processo è stato talmente liscio e agevole, forse forte delle esperienze passate, che mi sono convinto a rimanere su Arch per un bel po’.

Arch è una bella distribuzione minimalista ma che può essere ampliata fino a offrire molto più delle altre. AUR è il suo punto di forza, un repository di pacchetti gestito dagli utenti. Ma anche la community è uno dei motivi per cui è gradevole fare lo switch.

Non vi nascondo però che, da amante del minimalismo estremo, ho voluto installare Arch Linux per provare l’ultimissima versione di Gnome 42, da pochi giorni disponibile tra i pacchetti ufficiali. Per quanto sia sempre stato un fan di XFCE e di i3wm, con un breve periodo molto positivo con KDE Plasma (su Kubuntu), ho voluto dare una chance a quest’ultima versione di Gnome che è molto focalizzata sulla user experience generale. È chiaro l’intento degli sviluppatori, che è quello di fornire un ambiente il più vicino possibile alla pixel perfection con animazioni molto fluide e ben funzionanti.

Il software incluso con Gnome non è all’altezza della controparte KDE, secondo il mio modesto parere. Basta vedere l’eccessiva essenzialità del terminale o del navigatore di files, ma il concetto è: noi vi diamo il sistema base che funziona meglio di tutti gli altri, poi ci fate girare il software che volete. Questo è ciò che mi ha comunicato quantomeno l’installazione pulita di Gnome sul mio Arch nuovo di zecca.

E lasciate che vi dica una cosa. Se il loro intento era esattamente questo che ho descritto, allora ci sono riusciti in pieno. Gnome 42 è una gioia per gli occhi, fluidissimo, bellissimo in tutti i particolari. Le estensioni funzionano bene (ho dovuto installare un Add On più un connector per Firefox per poterle installare) e il look & feel generale è molto consistente.

Inoltre sotto il cofano c’è Arch con pacman invece di apt delle distro debian a cui sono abituato, che è un pregio dato che funziona davvero bene. Ciliegina sulla torta, per questa installazione non ho optato per un classico file system ext4 ma sono andato su BTRFS con volumi impostati per gli snapshots rapidi.

Devo dire, per questi pochi giorni di test, di essere estremamente soddisfatto. Aggiornamenti seguiranno nel corso delle settimane.